[ Italiano ] La poetica di Luigi Pirandello

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Al centro dell'opera pirandelliana sta un analisi introspettiva dell'animo umano. Egli afferma che ogni uomo è come chiuso in una "forma", di rappresentare nella vita una "parte" che si è assunta attraverso le proprie abitudini, il proprio lavoro. Egli soggiace a tale forma in quanto costretto dalla società stessa.

Non è tuttavia raro che almeno una volta, in un momento felice, accada all'uomo di desiderare, di liberarsi dalla sua forma e vivere. Ma è un vivere che dura poco in quanto presto l'uomo viene "intrappolato" in un altra sorte e così egli rimane sempre legato a una forma: perchè è la società che lo obbliga a vivere entro quella forma.

Questa forma in cui vive è infatti soltando una maschera; l'uomo si accorge di non essere neppure capace di capire se stesso, di non avere una personalità determinata: ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di quello che noi siamo.
Ciascuno uomo è, perciò, un seguito di personalità e "uno e centomila". L'uomo non è "uno" ma possiede tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono. Di fronte alle sue centomila diverse personalità, l'uomo si sente nessuno. Di qui il suo romanzo "uno, nessuno, centomila".
Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1867. Dopo aver scritto novelle e romanzi, si volse anche al teatro e finì per essere la sua quasi esclusiva attività letteraria.

Gli fù assegnato il primo Nobel nel 1934. Muore a Roma nel 1936. Luigi Pirandello appartiene alla corrente letteraria chiamata "Decadentismo": un movimento letterario che investe la società del '900. E' una corrente che reagisce al verismo.


Pirandello non è soddisfatto della vita ma in quel momento liberatorio cerca di essere sè stesso. L'uomo è sè stesso quando è felice e non è condizionato dalla società. Ogni situazione fa cambiare personalità.
E' morto di polmonite.
Diceva che sua moglie aveva una pendenza del naso.